Matrix

Titolo originale:  The Matrix

Nazione:  Usa

Anno:  1999

Genere:  Azione/Fantascienza

Durata:  131′

Regia:  Andy Wachowski, Larry Wachowski.

Cast:  Keanu Reeves, Laurence Fishburne, Carrie-Anne Moss, Joe Pantoliano, Hugo Weaving.

Produzione:  Village Roadshow Productions, Silver Pictures

Distribuzione:  Warner Bros

Matrix

Nel 1999 esce Matrix per la regia di Andy e Larry Wachowski: il film, come già era accaduto per Terminator,  mostra la sua derivazione dal mondo dei fumetti. Ma questa volta non è solo il personaggio del protagonista ad essere nato dalla penna di un disegnatore: è l’intera storia, il sistema dei personaggi, la scenografia, a fare riferimento  per intero ad un fumetto divenuto un film: è Ghost in the Shell  (Lo Spirito nel Guscio), la versione animata dell’omonimo manga di Masamune Shirow, uscito per la regia di Mamoru Oshii, nel 1995.Questo tipo di derivazione dà origine ad un’atmosfera patinata e rarefatta, nella quale la bellezza dell’immagine prevale sopra ogni altro elemento.  La fedeltà al film è percepibile osservando, in primo luogo, la figura della protagonista. Attillata in una tuta nera di materiale sintetico, la sinuosa figura femminile si muovere replicando alla lettera i gesti del manga; come lei anche la figura del protagonista maschile, che indossa quasi sempre un lungo soprabito (anch’esso rigorosamente nero e lungo sino ai piedi) e dell’aiutante.

La triade dei protagonisti si muove in uno scenario surreale, con città che si librano con leggerezza nell’aria e la desolazione che circonda, per tratti sterminati, l’abitato. Anche gli interni sono riprodotti con fedeltà, come l’interno di una cabina di pilotaggio o i corridoi popolati da piccoli voraci robos dotati di zampe di ragno.       Un elemento non secondario è quello del colore, come attestano non solo l’insistenza dei neri e delle gamme del grigio, ma anche le scene in cui l’oro del sole (o del fuoco) fa da sfondo al nero delle figure umane in atteggiamenti di violenza e d’attacco.     Tra i riferimenti pittorici che balzano agli occhi, c’è quello, quasi scontato, al futurismo, come mostra il quadro di Crali; all’espressionismo, nella sua componente architettonica (la fitta rete dei grattacieli) e ideologica (l’occhio che tutto vede).

Ma, come abbiamo già accennato per altri films, il reticolo dei prestiti tra le varie forme di arte, è molto complesso: ne è un esempio il volto di uno dei personaggi  di Ghost in the Shell esemplato (per ammissione dello stesso disegnatore) sul quello dell’attrice francese Jean Seberg.   Bellissima, irraggiungibile, assai poco umana, la coppia dei protagonisti di Matrix congela il meccanismo di identificazione tra gli spettatori e i personaggi del film, in un processo per il quale il film di fantascienza diventa sempre più spettacolo patinato, ed è sempre meno il luogo dove decantare e sublimare le paure.

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